Tradizione, cultura, bellezza, paesaggi, natura, non inquinamento, riscoperta di sé stessi sono le chiavi di un’economia a misura d’uomo. Anche di turismo a misura d’uomo, in relazione al quale siamo rimasti indietro rispetto a molti altri Paesi. Riscoperta di ambiente, natura, paesaggi, storia, cultura, enogastronomia. E poi salute. Tanta salute. Fisica e mentale. O, per dirla come si usa oggi, wellness e mindfulness. Con un mezzo non inquinante (la bicicletta) vissuta non solo come uno strumento per mettersi in gara dilettantistica o amatoriale, in una corsa sfrenata a testa bassa, ma un mezzo per assaporare borghi e crinali, argini e percorsi e ciclovie, lontani dal ritmo frenetico che, complice questa immane tragedia Covid non ancora finita, volente o nolente anche chi non era abituato a soffermarsi ed assaporare il tempo, è stato costretto a farlo. Ed ha scoperto che gli piace. In Italia però esistono molte realtà differenti, qualcuna più sensibile qualcun’altra meno concretamente attenta al trasporto in bicicletta, visto non solo come mezzo di svago o per tenersi in forma, ma anche come mezzo sostitutivo all’automobile per gli spostamenti quotidiani.